Pubblicato in: Robotica

Il futuro dei computer? I transistor in grafene

di elena.ventilati 5 gennaio 2009

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Il grafene è un derivato del carbonio ed è un materiale altamente conduttore. Una sua caratteristica, che ha  suscitato la curiosità di molti scienziati, è però la velocità con la quale gli elettroni possono muoversi all’interno di esso. Un recente studio ha provato a sfruttare questa caratteristica per aumentare la velocità con cui operano i transistor, tutt’ora basati sul silicio.

I laboratori dell’IBM sono così riusciti ad ottenere una frequenza operativa nell’ordine dei 26 GHz per un transistor in un gate di 150 nanometri, che al confronto dei 2 o 3GHz dei gate in silicio presenti in un qualsiasi computer moderno, rappresentano un salto di qualità notevole. Ma la vera rivoluzione sta nel fatto che se si riuscisse a ridurre i gate a 50nm, la frequenza operativa potrebbe raggiungere i terahertz, roba da Star Trek!

Un ostacolo nella produzione di questi transistor in grafene è, però, dato dal reperimento della stessa grafite che è un minerale molto meno presente al mondo del silicio (comune sabbia) e dall’altissima temperatura a cui deve essere sottoposto il grafene per poter essere modellato.

Questa notizia ha fatto ravvedere le persone che non ritenevano la legge di Moore (le prestazioni dei microprocessori raddoppiano ogni 12 mesi) ancora valida  ed applicabile. Secondo loro, infatti, i transistor  avrebbero ormai raggiunto la loro massima miniaturizzazione e il massimo livello di prestazioni.

Fra qualche anno, invece, sembra proprio che  potremo regalare per Natale il pc col processore Intel/Amd 16core a un terahertz.

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