Ubuntu Phone OS dal 2014: una rivoluzione open source?

di Redazione Mondo High Tech 30 gennaio 2013

Che qualcosa bollisse in pentola in casa Linux si era già capito dal misterioso countdown apparso qualche giorno fa sul sito di Canonical, la società promotrice dei progetti legati all’open source, ma adesso è ufficiale e la notizia farà sicuramente la gioia dei suoi sostenitori: nel 2014 Linux approderà nel mondo degli smartphone con il nuovo sistema operativo “Ubuntu Phone OS”, entrando quindi in competizione con i più famosi Android, iOS, Windows Phone e simili.

smarphone-ubuntu

Il primo concreto modello di smartphone con integrato il nuovo sistema operativo verrà mostrato in occasione del Consumer Electronics Show (CES) che si terrà a Las Vegas dall’8 all’11 gennaio. In questa manifestazione verranno presentate, oltre alle tante novità del mondo tecnologico (la smart tv trasparente di Samsung, i nuovi smartphone Sony, HTC e Huawei) le caratteristiche del nuovo gioiello Linux.

Non che siano proprio un mistero, visto che è la stessa società a elencarle nel proprio sito. Venendo in aiuto a chi mastica poco l’inglese, diamo un’occhiata alle funzioni presenti e alle specifiche tecniche.

Ubuntu Phone OS presenta un’interfaccia “Edge Magic”, dove ogni lato dello schermo consente di compiere un’azione diversa (ad esempio toccando il lato a sinistra troverete le vostre applicazioni preferite) e passare agevolmente da un contenuto all’altro, con controlli che appaiono e scompaiono a seconda delle esigenze e comandi impartibili sia con i gesti che vocalmente. La schermata principale “Welcome Screen” mostra gli avvisi e le notifiche (chiamate perse, messaggi ricevuti ecc…) mentre la Home Screen mostra i contenuti più visualizzati e si adatta alle abitudini dell’utente. È presente un motore di ricerca globale che trova applicazioni, contenuti o prodotti sia all’interno del telefono che online (molto simile al motore di ricerca di Ubuntu Desktop).

La barra di stato, dove si trovano le informazioni sulla connettività o l’autonomia della batteria è mobile, e cliccandoci sopra si possono ottenere maggiori informazioni. Oltre alle già integrate applicazioni di base (email, sms, fotocamera, lettore musicale, mappe, calcolatrice, sveglia ecc…) si potranno scaricare app native oppure sviluppate con HTML5 che verranno riunite in un unico store digitale; non sarà invece possibile utilizzare le applicazioni Android. Da questo punto di vista Canonical si rende disponibile a fornire tutte le informazioni utili agli sviluppatori che intendano creare app per questo nuovo sistema operativo. Inoltre sarà disponibile il servizio web Ubuntu One, che archivia e sincronizza automaticamente i file.

Entrando in una sfera molto più tecnica, per installare la versione base di Ubuntu Phone OS, compatibile con processori x86 e ARM, bisognerà avere un’architettura Cortex A9 1GHz con 512 MB di memoria e dai 4 agli 8 GB di archiviazione, mentre per quella più estesa servirà un’architettura Quad-core A9 o Intel Atom, 1 GB di memoria e 32 GB di archiviazione. Questo vuol dire che sarà compatibile sia con telefoni top gamma, sia con quelli di fascia bassa, e che questi ultimi trarranno vantaggio da questo sistema operativo che promette di sfruttare al massimo le potenzialità hardware del dispositivo massimizzandone le performance, cosa che di solito non accade a quelli che montano Android.

Ubuntu Phone OS ruota intorno al kernel e ai driver di Android ma non utilizza Java Virtual Machine. Questo aspetto potrebbe risultare molto positivo nel processo di espansione del sistema operativo open source: il suo obiettivo infatti è quello di allargarsi in tutti i dispositivi mobili dove è presente Android, e dato che condividono parte della struttura interna non sarebbe troppo difficile sostituirlo.

Infatti per chi non vuole aspettare il 2014 c’è già il progetto parallelo Ubuntu per Android, un connubio tra i due sistemi operativi che potrebbero in futuro far pensare a una soluzione multiboot (cioè al momento dell’avvio scegliere quale sistema operativo far partire).

Ma la vera innovazione è la possibilità di utilizzare lo smartphone come sistema operativo, collegandolo a una tastiera, un mouse e un monitor: in pratica il telefono fungerebbe sia da dispositivo mobile, sia come elemento desktop comportandosi come un computer con montato Ubuntu 14.04 (il sistema operativo desktop previsto per aprile 2014). Una cosa simile l’aveva provata la Motorola qualche anno fa ma senza successo.

L’obiettivo di Ubuntu, come dichiara Mark Shuttleworth (fondatore di Canonical), è la convergenza: far vivere la stessa esperienza e applicazioni su ogni telefono, tablet, notebook e desktop. Infatti Ubuntu 14.04 sarà in grado di girare su tutti i prodotti tramite un’unica immagine. E assicura che il nuovo sistema operativo sarà alla portata di tutti i clienti, dai più smanettoni a quelli meno esigenti.

Un grandissimo passo in avanti per Linux: pioniera nell’aver portato una piattaforma completa per pc all’interno di uno smartphone, che promette un’interfaccia performante e supporta i dispositivi di fascia bassa. L’ostacolo da superare, oltre al vasto numero di concorrenti, sarà la quantità e la qualità delle applicazioni, in quanto al momento deve vedersela con i big, quali Android e iOS.

  

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