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Canone Rai su tablet e smartphone: no grazie!

di Silvia 6 marzo 2012

Eccoci nuovamente difronte alle grandi contraddizioni del Bel Paese. Da un lato si cerca di stimolare un processo di sviluppo verso le nuove tecnologie che ci tenga alla pari con le nazioni europee e dall’altro si tenta di introdurre nuovi balzelli che, al contrario, saranno soltanto di ostacolo. Fortunatamente questa volta il peggio pare scampato.

Rai, al passo con i tempi

La Rai infatti ha desistito dal tentativo di imporre un canone su pc collegati alla rete, smartphone e tablet. In una nota inviata dalla Direzione Abbonamenti Rai viene precisato che ci si “riferisce esclusivamente al canone speciale dovuto da imprese, società ed enti nel caso in cui i computer siano utilizzati come televisori (digital signage), sempre che tali imprese non abbiano già provveduto al pagamento per il possesso di uno o più televisori”.

La polemica è rapidamente montata e sul web sono apparsi innumerevoli commenti roventi di chi teme che dopo le imprese il balzello falcidierà gli utenti privati.

Meno male che la reazione del Ministero allo Sviluppo Economico è stata rapida e decisa: ha infatti comunicato a Rai una propria interpretazione della norma del 1938 relativa al canone e ha escluso perentoriamente quei prodotti dal pagamento. Sembra veramente una commedia dell’assurdo quella dove si vuole applicare l’interpretazione di un Regio Decreto del 1938 alle tecnologie del 2012!

Facendo nostre le parole del presidente di Confindustria Digitale, Stefano Parisi: “Il balzello che la Rai vorrebbe imporre a imprese e professionisti per il possesso di pc, tablet e smartphone è un’assurda forzatura giuridica. Ma soprattutto un’iniziativa fuori dal tempo e in totale contrasto con gli obiettivi dell’agenda digitale e gli sforzi che si stanno mettendo in atto per rilanciare la crescita del Paese”. Anche il Ministero è d’accordo con questa posizione, tanto da farla propria formalmente. E la Rai non può fare altro che adeguarsi.

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